Nei mesi scorsi ho iniziato a parlare di Nomadi Digitali con alcuni proprietari e ho scoperto che non sanno cosa siano.
Alcuni pensavano fossero zingari con lo smartphone.
Mi sono quindi reso conto di vivere in una bolla o, se vogliamo metterla giù alla Paul Graham (*), di vivere nel futuro.
Se noti poca modestia nella mia affermazione è perché non ce n’é.
Ho sempre vissuto nel futuro.
Il brutto di vivere nel futuro é però che spesso vivi in un futuro tutto tuo, un futuro che se non arriverà mai sei solo un illuso con la testa per aria.
(*) Paul Graham è il fondatore di YCombinator, l’incubatore che ha investito per primo in Airbnb e quindi una delle persone che indirettamente ti hanno portato a leggere queste mie Scritture Illuminate. Mi riferisco al suo ottimo saggio How to Get Startup Ideas.
Allora. Procediamo con ordine.
Cosa sono i Nomadi Digitali?
Sono quelle persone che lavorano online e passano un mese qui, tre mesi lì, tre settimane là, e poi sei mesi dall’altra parte.
Ma non sono cazzari, hippy o vagabondi.
Sono freelance (cioè lavorano in proprio), o hanno contratti di lavoro remoto (cioè le aziende per le quali lavorano danno loro la possibilità di farlo da fuori sede).
Io sono uno dei primi Nomadi Digitali italiani.
Ho iniziato nel 2001, esattamente quando ho iniziato a fare il mio piccolo Airbnb personale per viaggiare e non ho mai smesso.
Per anni non c’era un nome per questa figura, poi qualcuno ci ha appiccicato l’etichetta “Nomadi Digitali” e adesso si chiamano così.
L’etichetta non mi piace moltissimo, ma mi ha reso più semplice spiegare come vivo, così come Airbnb mi ha reso più semplice spiegare cosa faccio di lavoro.
Quando le tendenze diventano di massa, vengono etichettate e tutti sanno cosa sono.
A quel punto, di solito, è tardi per approfittarne.
Questo nuovo modo di vivere e lavorare è diventato di massa negli anni scorsi, tanto che sono nati una serie di servizi, primi tra tutti i Co-working cioè degli uffici dove puoi affittare uno spazio per un giorno, una settimana, un mese o più per poter lavorare.
E più recentemente i Co-Living, cioè spazi dove queste persone possono vivere per qualche mese.
Adesso inizi a capire di cosa voglio parlare, lasciami solo il tempo di spiegarti bene tutto, c’è qualcosa di concreto, non è solo teoria.